Cittadini volontari: la parola agli eletti

di Redazione Borgo News

Anche due soci de “Il Borgo”, Pietro Folloni e Vincenzo Sibilio, sono stati eletti nei Consigli dei Cittadini Volontari istituiti dall’Amministrazione comunale, Abbiamo chiesto loro di raccontarci questa inedita esperienza di partecipazione. Ecco la loro testimonianza.

Recentemente nella città di Parma si sono svolte le elezioni per eleggere i Consigli dei Cittadini Volontari: Vi racconto la mia esperienza di partecipazione all’evento.

Ho iniziato a interessarmene dal momento che ho ricevuto la lettera informativa dal Comune; un pieghevole con la sintesi dell’iniziativa … incredibile, mi sono detto: ci si poteva autocandidare, far da sé! Non era necessario presentare una lista; mai visto una cosa del genere in Italia.

A quel punto ho chiesto lumi ad alcuni Amici un po’ più vicini alla politica; mi sono accorto che in pratica i partiti non si stavano muovendo per partecipare e presentare candidati. Ho riflettuto quel tanto che basta per decidere che forse avrei potuto dare un contributo positivo: ho stampato il modulo dal sito del Comune, raccolto le firme necessarie (e sufficienti) e validato per via telematica la candidatura.

Nella fase di “cerca” non ho avuto difficoltà a trovare ascolto e sostegno nel giro di un giorno e mezzo.

Chiuso il periodo di presentazione delle auto-candidature, sono andato a un incontro organizzato dal Comune per riunire gli ammessi nelle liste uniche dei tredici quartieri che oggi lo compongono; riunione molto partecipata, nella quale Paci e Pizzarotti hanno dato informazioni e raccolto domande. Purtroppo in tre quartieri non si è presentato il numero minimo di candidati per costituire validamente il Consiglio e quindi in essi, per regolamento, non si è svolta la consultazione popolare. In quella serata ho avuto un primo contatto con gli altri Candidati; successivamente ci siamo nuovamente incontrati, in via informale, e abbiamo deciso di fare presenza sul territorio durante alcuni mercati e due feste rionali al fine di informare e promuovere la partecipazione.

L’altra nuova particolarità è stata quella del voto on-line esprimibile nell’arco di una settimana; la procedura mi è sembrata di facile svolgimento … ovviamente per chi fosse un po’ pratico nell’uso del computer e navigazione in rete. Il bello di tutto questo è stato che, dopo solo pochi minuti dalla chiusura delle votazioni, erano già stati resi pubblici i dati finali dello scrutinio. Che questo metodo sia o no percorribile altre volte in futuro, a tale livello oppure in ambito superiore, è comunque un’esperienza-pilota che dovrebbe essere studiata … nonostante la partecipazione molto bassa.

Penso che sia giusto e interessante chiedersi come mai così pochi Cittadini abbiano presentato o accettato la candidatura; con la conseguenza che quasi tutti poi avevamo la certezza di essere eletti … il “sogno segreto” di qualsiasi “aspirante” ad una carica politica!

La risposta è semplice e allo stesso tempo, oserei dire, semplicistica: la stragrande maggioranza dei partiti ha disertato la consultazione, giudicandola non democratica o inutile (come forse sono ritenuti tali organismi), oppure perché escludeva la possibilità di presentare più liste, negando implicitamente valore alle formazioni politiche e al pluralismo che ne sarebbe derivato.

Il fatto che i partiti non si siano attivati ha determinato automaticamente minore tensione emotiva e attenzione; quindi nessuna campagna elettorale, no riunioni preparatorie, composizione di liste, comizi, cartelloni, santini …

A mio modo di intendere, gli argomenti di critica avanzati presentano punti deboli, perché il fatto di prevedere solo candidature da parte di singoli non escludeva che gruppi di Cittadini si organizzassero per presentarne più di una: perché i partiti non hanno colto l’occasione?

Ovviamente ai 5Stelle andava bene così, essendo “farina del loro sacco”; e bisogna anche accettare che Chi abbia la maggioranza assoluta per decidere … possa farlo. Piuttosto, ci sarebbero da suggerire alcune “varianti” alle precedenti; le più stimolanti mi sembrano le seguenti.

In primo luogo, e andando oltre le varie “pregiudiziali”, perché gli altri partiti, che sono all’opposizione a Parma, non hanno approfittato di questa occasione per poter aumentare la loro “pressione” verso l’attuale politica comunale? E’ vero che i rinati consigli di quartiere hanno solo funzioni consultive e di proposta non vincolanti, ma possono comunque “fare opinione”. Se sommiamo i posti massimi disponibili (182 se non erro), non si può escludere a priori che una tale “massa critica” possa esprimere un contributo positivo per la comunità.

Ho conosciuto, e rivisto, persone motivate: perché non credere che ce la possano fare?

Un altro argomento mi viene dalla mia personale, e lontana, esperienza fatta durante gli studi. Grazie all’aiuto logistico e di risorse del Circolo Il Borgo (e il fondamentale affiancamento da parte di alcuni Soci), insieme ad altri coetanei ho partecipato a varie tornate elettive negli organi collegiali della scuola. Fu il “naturale” completamento dei primi corsi di formazione organizzati dal Circolo. Ricordo poi la Scuola di Formazione Sociale della Diocesi di Parma.

A quei tempi c’era senz’altro più voglia e bisogno di partecipazione; oggi dovremmo chiederci con determinazione perché ce ne sia meno … e anche perché i partiti non abbiano colto l’occasione per invitare “nuove leve” a fare un’esperienza partecipativa di base … forse perché non ci sono più, per esempio, giovani dai sedici anni in su disposti a questo? Forse perché i partiti non fanno più formazione come un tempo … o non si accorgono di iniziative analoghe create dalla Società Civile e Culturale?

Ma poi, siamo proprio così sicuri che gli Iscritti a quei partiti, che oggi si dichiarano recisamente scettici verso i nuovi Consigli di Quartiere, la pensino realmente come alcuni loro rappresentanti che sono apparsi in sorridente e critica parata sulla stampa locale?

Altra questione: alcuni ritengono che il percorso decisionale che ha portato all’istituzione dei Consigli non abbia garantito sufficienti e accettabili caratteristiche di democraticità. Per parte mia mi sono invece chiesto (e ho raccolto qualche indizio significativo al riguardo) se, all’interno dei vari partiti storicamente presenti nella nostra Città, si abbia realmente proceduto democraticamente nel decidere per la non partecipazione, se non per il boicottaggio vero e proprio. Decisioni “pesanti”, ma forse prese un po’ troppo “alla leggera”?

Lo confesso: anch’io simpatizzo per un partito … E’ per caso capitato anche a Voi, come a me, di non essere stati minimamente interpellati per sapere che cosa ne pensiate di tutta questa vicenda?

E allora, a questo punto, è stato un flop oppure no? Ovvero: è corretto parlarne in questi termini?

Se guardiamo ai numeri, non c’è dubbio che si sia trattato di una non-elezione dal momento che i Candidati sono risultati pressoché tutti eletti, a causa dell’assenza in quasi tutti i Quartieri di una reale competizione. Il massimo numero accettato di candidati (quindici estratti a sorte più trentacinque con firme di presentazione) avrebbe dato luogo a ben altro animato svolgimento.

Viene spontanea una domanda di stampo più sociologico: perché la nostra comunità locale non vuole o non sa esprimere una maggior partecipazione, nonostante l’odierna critica situazione?

Mi rispondo così: un po’ per indifferenza/rassegnazione e un po’ per poca lungimiranza di una buona fetta dell’attuale classe politica. La prima c’è sempre stata ed è fisiologica, ma purtroppo in ascesa; la seconda mi preoccupa di più perché ha rivelato sia la mancanza di coraggio nell’accettare la sfida a quel livello (basso ma proprio per questo molto vicino alle persone) che la sfiducia nella capacità delle Persone di “combinare qualcosa di buono” … Paura dell’ignoto?

Sarà bene che i partiti si interroghino a fondo riguardo a questi fatti; magari potrebbero anche trovare una spiegazione per eventuali cali degli iscritti, oppure rendersi conto di aver perso un’occasione per poterne avvicinare di nuovi … sempre che siano ancora interessati a questo!

Dovremo sempre più rassegnarci a semplici comitati elettorali? Che ruolo avranno in futuro il dibattito e il confronto interno? A che cosa potranno ancora servire sezioni o circoli, se poi rinunciano a dar voce al loro territorio d’elezione?

Questa è l’interpretazione dello scenario che mi si è presentato: una “prateria” libera, aperta, destinata a essere conquistata semplicemente dai primi che ci si fossero incamminati sopra con curiosità e fiducia. E’ quindi successo che questo spazio è stato occupato “per istinto”, ubbidendo a un richiamo urgente e motivato dal bisogno di immaginare, realizzare e preservare una Civiltà migliore.

Con che spirito mi accingo a fare la mia parte? Il pensiero che mi motiva di più è quello che rivolgo alla mia famiglia, e di conseguenza a tutte le altre. Che futuro stiamo determinando per i nostri figli? Le nostre scelte attuali sono sostenibili nel lungo periodo oppure viviamo alla giornata? Il disagio è mitigabile oppure insanabile? E’ possibile puntare a un ragionevole aumento del tasso di buon senso nella nostra Società oppure dobbiamo rassegnarci alla decadenza civile e morale? Le criticità economico/finanziarie che stiamo fronteggiando sono passeggere oppure rischiano di diventare croniche?

Ho conosciuto, e rivisto, persone motivate: perché non credere che ce la possiamo fare?

Pietro Folloni, Quartiere Lubiana


Il consigliere cittadino volontario è un tramite tra l’ amministrazione Comunale ed i cittadini di Parma. All’ interno dei consigli i delegati accolgono le proposte degli abitanti del proprio quartiere, ne discutono e propongono il documento finale alla Consiglio Comunale che ne valuta la proposta.

Per accedere alle liste è stato necessario raccogliere un numero di firme, almeno 25, ed inserire i codici fiscali di tutti i firmatari nel portale creato dal Comune. Devo ammettere che la procedura è stata un po’ scomoda poichè non è stato così agevole inserire 28 codici fiscali pari al numero delle firme che ho raccolto. Il passaggio successivo ha visto la votazione dei canditati. Nel mio quartiere, il Cittadella, come in altre zone della città, non si era raggiunto il numero di consiglieri minimi stabiliti dal regolamento per cui la votazione è stata solo un pro forma, vista anche la scarsa partecipazione dell’ elettorato parmigiano.

In questi giorni cominceranno le attività del consiglio che si riunirà in appositi spazi che il Comune ha messo a disposizione.

Ho voluto partecipare a questa avventura perchè ho a cuore, come molti cittadini, la mia città e credo nella democrazia che è partecipazione alla vita politica delegando si a politicanti più bravi ed esperti, ma valutando sempre con attenzione l’ agire dei nostri rappresentanti facili preda di abusi o comportamenti non virtuosi. Credo che sia un dovere di tutti noi interessarsi, ma non dobbiamo dimenticarci che il politico è lo specchio della società. Se volgiamo una società più giusta ed equa prima devono esserlo i cittadini e a ruota lo saranno i rappresentanti scelti dei cittadini.

A Pama ci sono molti problemi. La sicurezza nelle strade, la gestione dei rifiuti, la mobilità. Ieri per esempio ho fotografato su viale Solferino un topo. È un problema che va affrontato. Nella nostra città sono aumentati il numero di topi come mai? Da dove nasce questo problema?

Una proposta che mi piacerebbe portare avanti è lo sviluppo del mercato a km zero che attualmente si tiene al giovedì al Bizzozero, mi piacerebbe che fosse frequentato da molta più gente come il mercato del sabato in via Imbriani dove diverse famiglie comprano direttamente dal produttore la frutta di cui necessitano. Credo che sia una cosa importante anche per rilanciare la piccola economia locale e per far assaporare alla nostra cittadinanza le nostra verdura. Che senso ha comprare della verdura veneta o campana se possiamo prenderla dal contadino di Langhirano o di Bardi? Oppure perchè non aumentare il numero di distributori di detersivo? Anzichè comprarsi il detersivo ed il contenitore, abituiamoci a portarci la bottiglia di plastica da casa, riempirla da appositi serbatoi e tornare a casa. Secondo me sarebbe un comportamento più rispettoso verso l’ ambiente e verso la produzione di rifiuti. Naturalmente queste iniziative vanno incentivate e non obbligate altrimenti si ottiene l’ effetto contrario.

Vincenzo Sibilio, Quartiere Cittadella

Dall'ultimo numero di BorgoNews

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